sabato 8 ottobre 2011

il filo nascosto

Scorrendo tra i vari blog di poesie viene da chiedersi, forse, cosa spinga una persona a mettersi più o meno a nudo davanti a potenziali sconosciuti lettori che navigano in rete.
Credo che le motivazioni non si discostino molto da quelle che spingono a scrivere su un quaderno, su un banco , su un muro o su qualsiasi altro supporto più "protetto" rispetto alla vetrina che è un blog.
Ricordare, esorcizzare, esternare sono tutte necessità che si manifestano in chi scrive.
I momenti dolorosi, le esperienze traumatiche impresse sul foglio, come su un blog, vengono allontanate, prendono una forma; esse non sono più in noi ma fuori da noi. In questo modo il nostro "mostro interiore" diventa visibile, dominabile e possiamo quindi sconfiggerlo. 
Allo stesso modo le esperienze positive possono essere scritte per essere ricordate anche a distanza di lungo tempo. Attraverso la scrittura possiamo fissarne le sfumature che col tempo e l'accumularsi di ricordi andrebbero inevitabilmente perse o distorte.
Il potere della scrittura era già stato colto da Elizabeth Bing, che si era trovata ad insegnare in una classe di alunni costretti a seguire le regole della bella scrittura e dei contenuti considerati "adatti" alle produzioni scritte. Il problema era che le parole non rispecchiavano il mondo interiore profondamente lacerato e straziato dei suoi alunni nè tantomeno le loro vite al di fuori dell'aula scolastica. La Bing si è liberata dell'ortografia, delle regole, liberando così i giovani alunni da quelle catene che rendevano la scrittura una tortura, una gabbia in cui erano rinchiusi senza via d'uscita. 
La scrittura non deve costringere,ma liberare. 
Un esorcismo, una catarsi che sui blog diventa pubblica.
Si potrebbe dire che in questo non c'è pudore, non c'è vergogna. 
In realtà, a mio parere, lo schermo garantisce una distanza dagli osservatori sufficiente a lenire il senso di vergogna che si prova nel mettersi a nudo. Una condivisione asincronica del proprio vissuto che  dà la sensazione al blogger di non essere solo, di essere apprezzato per ciò che produce e che gli permette di intravedere una possibilità di uscita, di riscatto.

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